L'ultimo cavaliere - La Torre Nera 1 by Stephen King

L'ultimo cavaliere - La Torre Nera 1 by Stephen King

autore:Stephen King
La lingua: ita
Format: azw3, epub
ISBN: 9788820092115
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2017-09-24T22:00:00+00:00


10

Il padre di Roland era appena rientrato dagli altopiani e stonava fra i drappeggi e i vaporosi chiffon del salone dei ricevimenti al quale solo da poco al ragazzo era stato consentito l’accesso, quale segno del suo apprezzamento.

Stephen Deschain indossava un paio di jeans neri e una camicia da lavoro blu. Teneva mollemente appeso alla spalla il mantello impolverato e sudicio, con la fodera strappata in un punto, senza minimamente preoccuparsi di come quella tenuta stridesse con l’eleganza della sala. Era tremendamente magro e sembrava quasi che il peso dei folti baffi a manubrio sotto il naso lo costringesse a tenere la testa abbassata, quando la chinò per osservare il figlio. Le pistole che portava ai fianchi erano disposte a un’angolazione perfetta per le sue mani e in quella luce languida le vecchie impugnature di sandalo apparivano inoffensive e assopite.

«Il capocuoco», mormorò. «Roba da matti! La ferrovia fatta saltare in montagna, su al capolinea. Il bestiame morto a Hendrickson. E forse anche... roba da matti! Da matti!»

Osservò più attentamente il figlio.

«Ti sta dilaniando.»

«Come il falco», replicò Roland. «Ti dilania.» Rise, ma per la sorprendente aderenza della similitudine, non perché trovasse motivo di ilarità nella situazione.

Suo padre sorrise.

«Già», ripeté Roland, «mi... rode dentro.»

«Cuthbert era con te», rammentò suo padre.

«Ormai l’avrà riferito al suo genitore.»

«Sì.»

«Vi ha sfamati entrambi quando Cort...»

«Sì.»

«E Cuthbert, ne è dilaniato anche lui?»

«Non saprei.» Né gli interessava. Non lo preoccupava che i suoi sentimenti fossero diversi da quelli altrui.

«Ti dilania perché hai la sensazione di aver provocato la morte di un uomo?»

Roland alzò involontariamente le spalle, tutt’a un tratto poco lieto di quell’indagine sulle sue motivazioni.

«Però hai riferito. Perché?»

Gli occhi del ragazzo si dilatarono. «Come avrei potuto non farlo? Un tradimento...»

Suo padre lo interruppe con un gesto brusco della mano. «Se ti ha mosso un ideale filisteo da sussidiario scolastico, l’hai fatto per niente. Preferirei vedere avvelenata tutta Taunton.»

«No, non è così!» proruppe il figlio quasi in un urlo. «Io volevo ucciderlo... Li volevo morti entrambi! Quei traditori! Neri traditori! Quelle serpi! Mi...»

«Avanti.»

«Mi hanno fatto del male», finì Roland con forza. «Hanno cambiato qualcosa e faceva male. Volevo ucciderli per questo. In quel preciso istante, volevo ucciderli.»

Suo padre annuì. «Questo è rozzo, Roland, ma ha un valore. Non è morale, ma non spetta a te difendere i princìpi morali. Anzi...» Socchiuse gli occhi, scrutando il figlio. «Può ben darsi che i princìpi morali ti sfuggano per sempre. Tu non sei svelto come Cuthbert o il figlio di Vannay. Ma va bene così. Questo farà di te un uomo formidabile.»

Il ragazzo si sentì a un tempo lusingato e turbato. «Sarà...»

«Oh, sarà impiccato.»

«Voglio vederlo.»

Deschain padre rovesciò la testa all’indietro e fece rimbombare la sua risata. «Non tanto formidabile quanto avrei pensato... o forse solo stupido.»

Serrò bruscamente i denti. Una mano afferrò il braccio del ragazzo, facendogli male. Roland fece una smorfia, ma non si sottrasse. Suo padre non staccava lo sguardo dal profondo dei suoi occhi e Roland non li abbassava, anche se era più difficile di quanto fosse stato mettere il cappuccio sulla testa del falco.



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